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Una Raccolta fondi per i bambini in Ucraina: come contribuire alla causa

Con il passare delle ore la situazione è sempre più drammatica. E non solo per i violenti scontri in corso in tutta l’Ucraina. La guerra ha provocato decine di migliaia di sfollati, mentre i tanti ucraini che non riusciti a lasciare le proprie città stanno vivendo quotidianamente un vero e proprio inferno. Le scorte alimentari e i medicinali iniziano a scarseggiare e all’orizzonte non ci sono ancora soluzioni diplomatiche.

A soffrire maggiormente sono le fasce più deboli di una popolazione impaurita e quasi allo stremo. Anziani, donne, certo, ma anche e soprattutto i bambini

Un aiuto concreto

È per questo motivo mi piacerebbe che anche il nostro comune Monserrato, organizzasse una raccolta fondi di emergenza per sostenere tutte le persone rimaste in Ucraina e per tutti i profughi  che hanno lasciato la loro terra.  In queste ore anche il Sindaco Ivan Piras e il Sindaco Paolo Truzzu con il presidente Ugo Cappellacci, in collaborazione con il console ucraino Anthony Grande si sono attivati in questo senso, spero che la nostra amministrazione con l’aiuto delle nostre parrocchie. Vogliamo dare una mano per l’accoglienza dei profughi di guerra. Ci sono tante persone sole a Monserrato che potrebbero ospitare una o due persone.  Aiutateci ad aiutare i nostri fratelli Ucraini.

Salvatore M.

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Allerta caldo in Sardegna: ondata di calore, previste temperature fino a 44°C da oggi fino a venerdì

Attenzione

La Protezione civile della Regione Sardegna ha diramato l’allerta caldo. Da oggi fino a venerdì  si registreranno temperature elevate o molto elevate, con progressivo aumento dei valori. Nelle giornate di lunedì e venerdì le temperature massime supereranno i 44°C nelle zone più interne, con punte fino a 45° e 46° C. Le temperature elevate saranno accompagnate da umidità molto basse, soprattutto nelle zone interne.  La Protezione civile regionale invita la popolazione, in particolare quella anziana, a praticare le normali misure di autoprotezione dal caldo, facendo particolare attenzione al mantenimento di un’adeguata idratazione.

CONSIGLI UTILI PER DIFENDERSI DALL’AFA E DAL CALDO ESTIVO:Evitate di uscire nelle ore più calde della giornata, indicativamente tra le 12 e le 18 Indossate abiti di colore chiaro e non aderenti, di cotone, lino o fibre naturali. Evitate abiti scuri e di fibre sintetiche che con il caldo possono anche provocare fastidiose allergie. Bevete molta acqua (almeno un litro e mezzo al giorno) per idratare la pelle e l’organismo. Seguite una dieta ipocalorica e privilegiate il consumo di frutta e verdura in quanto contengono una grande percentuale di acqua.Consumate pasti leggeri: preferite la carne bianca e il pesce, limitate i carboidrati ed evitate i cibi ricchi di grassi.Per trovare un po’ di refrigerio si consiglia dopo cena, una bella passeggiata nei nostri giardini di Via del Redentore, Piazza Gennargentu, e Via Porto Botte.

M.S.

Sa Passillada News

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Come si curavano i nostri nonni – Sa mexina antiga.

Come si curavano i nostri nonni – Sa mexina antiga.
Per porre rimedio ai vari mali, fisici e psichici, nel passato tutti facevano ricorso alla medicina popolare, erbe, piante, bacche e altri elementi naturali in grado di produrre beneficio. In società povere, dove la scarsità di servizi sanitari, (medici, farmacie, enti mutualistici) non consentiva di accedere facilmente alla medicina ufficiale, era tutto un tramandarsi di conoscenze su procedimenti, ricette, riti quasi magici usati a scopi terapeutici. Rimedi empirici dove reali conoscenze sulle virtù terapeutiche degli elementi naturali si mescolano con la magia e la superstizione. In questi contesti le persone provvedevano da sé, tentando di curare le malattie con erbe e preparazioni domestiche. Naturalmente questo vale anche per il nostro paese Pauli, voglio riportare alcune di queste semplici ricette che i nostri avi hanno usato e sperimentato e che mi fa piacere non perdere; le riporto così come le persone anziane me le hanno descritte. Non ne conosco la validità (anche loro oggi usano sciroppi e pastiglie al posto dei decotti); certo è che quando la comunicazione non era quella di oggi, quando in paese non c’era il medico e per spostarsi bisognava avvalersi del carretto, era senz’altro utile conoscere rimedi naturali, reperibili nell’ambiente, da cui trarre giovamento.
Per lavare e disinfettare ferite ed escoriazioni, far bollire dell’acqua con un po’ di sale, farla raffreddare e poi usarla. Quando non si aveva a portata di mano nessun tipo di disinfettante usavano la propria urina.
Per fermare il sangue: in mancanza d’altro, specialmente se succedeva in campagna, spaccavano una canna e applicavano sul taglio o ferita uno o più dischetti di cellulosa che si trovano tra un nodo e l’altro (assomigliano a delle piccole ostie).
Perdita dei sensi: facevano annusare l’aceto
Per calmare la tosse: facevano bollire un litro circa di acqua con 3 o 4 fichi secchi,3 o 4 mandorle (compreso la buccia legnosa), qualche buccia di arancia o limone,2 foglie di nespolo, un pugnetto di orzo, qualche radice di malva e un po’di camomilla; facevano ridurre il liquido alla metà e ne bevevano una tazza bollente ogni tanto, non trascurando di stare al caldo.
Per il mal di stomaco-pesantezza di stomaco: facevano bollire 2 tazze di acqua con 3 o 4 foglie di alloro con la buccia di mezzo limone e un cucchiaio di zucchero; facevano ridurre il liquido alla metà e lo assumevano bollente.
Per le slogature: bagnavano della canapa (usavano sfilacciare lo spago usato per legare i covoni di grano nel bianco d’uovo montato a neve e con essa fasciavano l’arto slogato; la fasciatura asciugandosi diventava rigida; il giorno dopo la toglievano e a volte ripetevano l’operazione.
Per irritazione e arrossamenti della cute dei neonati: sbattevano con la forchetta o la frusta in parti uguali acqua e olio di oliva fino a che l’emulsione diventava come una crema e poi l’applicavano sulla cute arrossata.
Per il prurito o irritazione cutanea da contatto: (a volte succedeva che stando vicino a sacchi di legumi o graminacee si veniva colti da prurito e sulla pelle si formavano delle bolle rosse passavano sulla parte irritata delle fette di zucchine.
Per bruciore/irritazione agli occhi: applicavano sugli occhi chiusi fettine sottilissime di patate che sostituivano quando si asciugavano e ripetevano l’operazione per una buona mezz’ora.
Per i geloni: sulla parte interessata strofinavano ripetutamente l’aglio
Per calli e verruche: vi applicavano più volte 1 o 2 gocce di latte di fico.
Per la caduta di capelli o barba a chiazze: strofinavano sulla parte più volte al giorno la cipolla per 10/15 giorni.
Per i foruncoli: lessavano le foglie di malva, le applicavano strizzate sul foruncolo e fasciavano, dopo qualche ora sostituivano la malva, l’operazione veniva ripetuta fino a ottenimento risultato.
Per l’infiammazione alle gengive: facevano bollire la pianta della malva e usavano l’acqua della bollitura per sciacquare la bocca più volte al giorno.
Per il mal di denti: tenevano sul dente che faceva male un chiodo di garofano.
Per le stomatiti: la sera prima di andare a letto mettevano in bocca un po’ di miele.
Per il raffreddore e mal di gola: facevano bollire con cannella, chiodi di garofano e un po’ di zucchero una tazza di buon vino, ne inalavano i fumi e dopo lo bevevano bollente prima di andare a letto.
Per il mal d’orecchio: andavano da una donna che allattava un bimbo (una bambina non andava bene) si facevano dare un paio di gocce di latte (lo mettevano in un ditale) e lo inserivano nell’orecchio che faceva male.
Per la puntura di ape o zanzara: facendo pressione con una lama metallica facevano un piccolo segno di croce sulla puntura d’insetto e poi ci strofinavano la cipolla.
Per l’acidità di stomaco: masticavano il gambo di una foglia di prezzemolo.
Per piccole scottature: ricoprivano la parte interessata con il sale fino.
Per le screpolature delle mani/dita: lavavano bene le mani con l’acqua calda, spalmavano grasso di maiale, strofinavano bene le mani e poi con un panno toglievano l’eccedenza.
Per la stitichezza dei bambini: davano da bere un decotto di foglie di ortica.
Per la stitichezza degli adulti: mangiavano una bella ciotola di siero e ricotta ancora calda.
Per bloccare la diarrea: usavano bere sciroppo di amarene che preparavano al momento opportuno con zucchero e amarene in rapporto 1:1 e conservavano in vasi di vetro al buio in cantina.
Per il mal di pancia: usavano bere la camomilla calda con zucchero e limone
Per il mal di testa: alcune donne, che sapevano farlo, con un piatto contenente acqua. immergevano con le dita in una piccola tazza d’olio con piccoli segni di croce e intanto recitavano una formula che serviva ad allontanare il malocchio. Chi voleva imparare la formula doveva farlo la notte di Natale.
IMPORTANTE : Non ho riportato questo articolo affinchè proviate questi rimedi, sono solo a carattere informativo storico.

Salvatore M.

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Coronavirus. Un appello per creare un fondo per aiutare le famiglie di Monserrato in diffficoltà

Un aiuto per sostenere coloro che perdono il lavoro, a causa del Coronavirus; un modo per non farli sentire soli in un momento di grande difficoltà.
Bisognerebbe creare un fondo speciale e offrire un pronto soccorso a coloro che a causa della epidemia in atto non hanno alcuna forma di sostegno, e per tutti quelli che un lavoro non ce l’hanno, e non percepiscono il redito di cittadinanza. Monserrato ha il cuore grande e nelle difficoltà ha sempre saputo dimostrarlo con fervore. Oggi più che mai abbiamo bisogno di sostenerci gli uni con gli altri, moralmente e anche economicamente. La grave crisi che il Coronavirus sta generando mette in serie difficoltà tanti paulesi. È nostro dovere fare la nostra parte. Aiutiamo chi è più fragile, non lasciamo indietro nessuno, siamo solidali. Il mio appello va a tutte alle associazioni di Monserrato. Si può attivare anche una raccolta fondi con un conto corrente.
Le risorse saranno ridistribuite alle fasce più deboli di Monserrato, allo scopo di disinnescare la crisi sociale che rischia di esplodere dentro l’emergenza sanitaria.

Salvatore.M.

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“Amigu meu”, grande festa a Monserrato in onore di una grande persona che amava la gente: Cenzo Vadilonga

Cenzo Vadilonga è stato uno dei grandi impresari di spettacolo dell’isola, protagonista assoluto. “Amigu meu” sarà una grande festa in suo onore, con ingresso libero.

Giovedì 3 ottobre alle ore 19.00 Monserrato comparto 8 ex aeroporto.

La musica è l’unica a non invecchiare mai. Vive in eterno nel tempo, in compagnia della sua migliore amica, la “vita”. Dai spazio alla musica, c’è bisogno di suoni che ci trasmettano spensieratezza e serenità. La musica percorre la tua stessa strada e lascia le orme di ciò che sei. T.M

 


Ho accarezzato il sogno di dedicare un grande evento a mio padre, dando voce a coloro che in tutto questo tempo mi chiedevano di farlo, senza mai farci mancare una parola e quell’abbraccio che ha reso meno dura l’assenza e più vivo il ricordo.

‘Amigu meu’ sarà una grande festa piena di musica e di sorrisi, come Cenzo avrebbe voluto e probabilmente organizzato, perché lui amava stare tra la gente e vederla stare bene.

Ci saranno tutti quelli che contano, che hanno dato un senso alla sua vita e allo spettacolo in Sardegna, creando una magia.

Il Comune di Monserrato gli conferirà la cittadinanza onoraria, il popolo del sorriso si riunirà per una manifestazione che non ha precedenti e che con passione e umiltà vogliamo condividere con tutti voi.

Non prendete altri impegni: giovedì 3 ottobre vi aspettiamo a braccia aperte.

Vi anticipo, con questa locandina, solo una parte di quello che sarà il cast e la meraviglia del nostro incontro: il resto lo ‘costruiremo’ insieme ed è per questo che non potete mancare.

Grazie a tutti.

Andrea Vadilonga

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Su mercau becciu de Pauli

C’era una volta a Monserrato in via del Redentore il mercato rionale, ”Su mercau becciu” dove poter trovare tanti articoli diversi a prezzi contenuti. Questi luoghi erano parte integrante della cultura e del folklore della città. Passeggiare tra le bancarelle che animavano questi luoghi significavano non solo fare grandi affari comprando il pesce fresco, la verdura e la frutta a prezzi contenuti, Non mancava la roba Americana, venduta da “su gobettu”, vestiti usati venduti a poco prezzo,  c’era “s’acconcia cossu” chi arrangiada is marigas e is sciveddas , c’era  quello che impagliava le sedie, c’era l’arrotino che affilava forbici e coltelli. Si poteva  respirare l’atmosfera unica. Il linguaggio colorito dei commercianti, i cartelloni con offerte incredibili accompagnate da slogan divertenti, i colori e il profumi che provenivano dalle casse contenenti i prodotti tipici locali. Il mercatino vecchio di Monserrato era una tappa necessaria per chi voleva conoscere la vera anima della città.

Salvatore Massidda

 

Mercato vecchio via del Redentore anni ’60

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Senza tablet e telefonini, Come abbiamo fatto a sopravvivere noi ragazzi degli anni ‘60

La famiglia numerosa di un tempo. Quando ci si metteva a tavola, a prescindere da quello che c’era sul tavolo era una festa……
Da ragazzi , quando non esisteva la tecnologia e a tavola non “sedevano” anche telefonini, tablet e telecomandi. Erano altri tempi e si svolgeva tutto insieme, ai preparativi del pranzo, i piatti tradizionali come malloredus, conillu a socchittu e l’agnello con patate , e poi momenti di allegria  giocare a carte e anche a tombola. La gioia più grande è quella di condividere queste giornate con gli affetti più cari per non perdere i valori veri e riscoprire il senso di questa festa così importante per tutti noi.

Quando sono nato io ancora non c’era la televisione, non c’era Peppa Pig e non c’erano i telefonini e i tablet che sono diventati i nuovi amici delle famiglie. Oggi  quando si siede a tavola non si comunica più ma si clicca, si scorre, si aggiorna uno stato, si mette un ‘mi piace’  si controlla che cosa ha cucinato la vicina. Oggi le cose sono cambiate e la modernità e la cosiddetta ‘secolarizzazione’ minano l’identità più vera. Oggi le tante distrazioni iniziano da quando si è ancora in culla e qualcuno rischia di scambiare un tablet per un ciuccetto.

Eppure basta fare una chiacchierata con i nonni, patrimonio vivente di storia, tradizioni e valori per ricordare che tanti anni fa si festeggiava la Domenica con semplicità, senza eccessi, senza tecnologia. Ci si riuniva tutti in casa del babbo, non mancavano i giochi come le carte e la tombola ma il ricordo più bello, è quello di riunire la famiglia per la grande festa della Madonna di Monserrato, una festa passata con semplicità, allegria e spensieratezza. Una famiglia numerosa, la nostra, come tante del tempo: sette figli, quattro maschi e tre femmine e tante famiglie ancora da costruire. Il tempo è passato e ognuno ha preso la sua strada, qualcuno è salito in cielo, e figli e nipoti ascoltano il racconto di queste giornate intense.Infine una foto di gruppo, perché la tecnologia ha portato anche queste novità e non solo distrazioni.

Salvatore Massidda

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Ho deciso di non candidarmi alle prossime elezioni amministrative del 16 giugno

Mi è stato chiesto di candidarmi  come consigliere, ho deciso di non candidarmi alle prossime elezioni amministrative del 16 giugno. La mia scelta deriva, essenzialmente, da una decisione ben ponderata, decisione alquanto sofferta e dalla convinzione che non ci siano donne e uomini buoni per ogni stagione.

La prossima non sarà la mia.

La fase che caratterizzò le elezioni del 2016 fu, per quello che mi riguardava, molto, appassionante, già nell’aria si respirava un profumo di cambiamento, ma aimè fu interrotto dopo solo 15 mesi o poco più. E’ passato un anno e la situazione è assai diversa oggi.

Purtroppo le aspettative che si erano create sono state deluse per responsabilità di chi non voleva il cambiamento.

Ho creduto fin da subito nella capacità di Tomaso Locci, una persona  Capace, generosa e di buon cuore, che un anno fa mi propose di far parte della sua squadra, all’interno ho conosciuto tante belle persone giovani donne e uomini motivati ed appassionati, consapevoli del ruolo che dovranno svolgere con passione e altruismo.

Monserrato Libera ha  le energie e le intelligenze necessarie per cambiare, un  gruppo che identifica quel processo di sviluppo con cui si danno risposte efficaci a problemi sociali e ambientali ed economici in modo da contribuire al progresso dell’intera collettività e rendere vivibile la nostra città.

Per conto mio, mi fermo qui nella consapevolezza di avere avuto il grande onore di far parte di Monserrato Libera di avere lavorato con coscienza e impegno. Ringrazio in particolare Tomaso per avermi dato fiducia, ringrazio tutti i ragazzi per essere stati da stimolo ed aver collaborato per rendere il mio lavoro concreto e, in diversi casi, proficuo, con voi ho vissuto una bellissima esperienza che non dimenticherò mai. Grazie mille Tomaso, grazie ragazzi.

Tornerò al mio lavoro di sempre quello  del Nonno, ma non mi ritirerò a vita privata la mia passione politica non si ferma certo qui. Naturalmente il mio appoggio a Tomaso Locci e Monserrato Libera sarà totale.

Salvatore Massidda.

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Noi… negli anni ’60 il giorno di Pasquetta lo trascorrevamo così…

Se la Pasqua era un giorno dedicato alla religione, il giorno dopo era pagano perchè riportava alla natura e ai riti della primavera.
Ci si alza presto e pieni di aspettative, si era aspettato un anno… i compiti erano divisi tra maschi e femmine, mentre le donne (e le bambine) preparavano le vettovaglie. Io aiutavo la mamma a preparare il cibo (avanzi riciclati del pranzo pasquale e rimpolpati da avanzi di maialetto, agnello e da insaccati, uova sode, verdura e frutta, tutto cibo rustico) che veniva deposto in un cesto di paglia insieme alla tovaglia a quadri rossi e mica i tovaglioli di carta o le stoviglie usa e getta…quello che avanza si riportava a casa).
Si andava tutti gli anni nello stesso posto, appena fuori Cagliari,(Campuomu) dove incominciavano i prati, era lo stesso posto, ma in un anno cambiano tante cose e tutto può essere diverso…almeno ai miei occhi di bambino : un albero più alto, dei fiori diversi, magari le pecore che brucavano, insomma tante cose da scoprire!
C’era un grande prato da cui spuntavano alberi altissimi e dove io mi dirigevo subito, con altri bambini mentre la mamma stendeva la tovaglia a quadri e disponeva il cibo.
Intanto i “grandi” parlavano e magari giocavano a bocce, e noi bambini giocavamo a rincorrerci, a palla , a nascondino.
Poi si mangiava…spuntavano panini, uova, salame e poi tra gruppi famigliari ci si scambiava i piatti e il tutto “innafiato” da un bicchiere di vino
Ore semplici, rilassanti, ma anche entusiasmanti di scoperte…
Dopo aver mangiato, quando all’orizzonte si profilavano nuvoloni grigi, ed ea un fuggi fuggi…si raccoglieva in fretta tutto il rimasto e s’infilava alla rinfusa nei cesti, si recuperavano il più velocemente possibile e si correva a rotta di collo per riuscire ad arrivare almeno in un posto al coperto.
Il brutto è che succedeva immancabilmente tutti gli anni, che io mi ricordi la Pasquetta terminava con vari gradi di “bagnato : dall'”appena umido” al “bagnato fradicio”, forse un paio di volte tornai “asciutto” nel senso che la giornata si concluse senza temporale…
Oggi per Pasquetta molti preferiscono andare in agriturismo o brekenbrefast, ma vuoi mettere una giornata passata a contatto con la natura?
Salvatore.M.

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Illuminazione stradale intelligente per risparmiare l’80% di energia

Probabilmente tutti abbiamo pensato almeno una volta che l’illuminazione stradale notturna comporti un dispendio di energia un po’ eccessivo, considerato che alcune aree urbane durante la notte sono sempre assolutamente deserte. Del resto però non se ne può fare a meno, per ovvie ragioni di sicurezza. Che fare allora? Sarebbe opportuno adottare un sistema intelligente, che permettesse di scegliere quando e quanto illuminare le strade. Un dispositivo elettronico viene installato su lampadine stradali a LED a intensità regolabile. Dei sensori di movimento sono in grado di rilevare la presenza o meno di veicoli, mezzi a due ruote o pedoni lungo la via. In sostanza, durante la notte l’intensità luminosa delle lampadine viene ridotta dell’80% (senza mai spegnerle del tutto). Nel momento in cui i sensori avvertono una presenza, il dispositivo elettronico di controllo riporta la luce al suo massimo. Ovviamente ad accendersi non è solo la lampadina sulla testa del viandante, bensì tutta la zona intorno, in modo che egli possa avere massima visibilità nel proprio campo visivo. “La luce viaggia lungo la strada con chi la percorre”. Si può fare, io ho istallato un punto luce a sensore nel mio cortile, senza dover cercare al buio l’interruttore, funzionale e pratico che mi fa risparmiare anche qualche soldino. Chi lo sa se un giorno si potrebbe adottare questo sistema anche a Monserrato.

Salvatore. M.